L’Europa al fianco di Kyiv: nuovo prestito da 1 miliardo nel Giorno della Memoria
Nel Giorno della Memoria e della Vittoria sul Nazismo, la Commissione europea ha erogato la quarta tranche del prestito straordinario all’Ucraina: 1 miliardo di euro che rafforzano il ruolo dell’UE come primo donatore del Paese dall’inizio dell’invasione russa. Il finanziamento fa parte dell’iniziativa G7 “Extraordinary Revenue Acceleration”, un pacchetto da 45 miliardi complessivi, di cui 18,1 miliardi a carico dell’UE. A oggi, Bruxelles ha già versato 6 miliardi nel 2025 e si prepara ad anticipare ulteriori fondi, anche a sostegno della spesa militare, in vista di futuri negoziati di pace. Il tutto sarà rimborsato con i proventi dei beni russi congelati nell’UE: “Sarà la Russia a pagare per le distruzioni in Ucraina”, ha dichiarato il Commissario Dombrovskis.
Via libera dal Parlamento UE: prorogate le agevolazioni commerciali per l’Ucraina fino al 2028
Il Parlamento europeo ha approvato la proroga delle esenzioni da dazi e quote per le importazioni ucraine, in particolare per acciaio e ferro, misura cruciale per sostenere l’economia di guerra di Kyiv. Con 354 voti favorevoli, gli eurodeputati hanno rinnovato fino al 2028 le misure di liberalizzazione commerciale introdotte nel 2022. Secondo la relatrice Karin Karlsbro, “l’industria siderurgica è la spina dorsale dell’economia ucraina e continua a operare nonostante bombardamenti e mobilitazioni militari”. In parallelo, la Commissione lavora a una soluzione strutturale per garantire stabilità economica duratura nei rapporti commerciali UE-Ucraina.
Investimenti esteri sotto controllo: l’UE rafforza le regole per tutelare sicurezza e sovranità economica
Londra Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza le nuove norme per lo screening obbligatorio degli investimenti esteri nei settori strategici, come media, infrastrutture dei trasporti e materie prime critiche. Tutti gli Stati membri dovranno valutare i rischi per la sicurezza o l’ordine pubblico, anche nei casi di investimenti indiretti da parte di soggetti extra-UE. La Commissione potrà intervenire direttamente, soprattutto in caso di disaccordo tra Paesi membri, e imporre misure correttive o bloccare operazioni ritenute pericolose.
Il relatore Raphaël Glucksmann ha sottolineato come il nuovo sistema renda lo spazio economico europeo “più sicuro, competitivo e unificato”, proteggendo settori chiave da acquisizioni potenzialmente ostili. Le trattative con il Consiglio sono ora aperte per definire il testo finale della legge, che punta a garantire una vigilanza strategica sugli asset critici dell’UE.
Gas più economico e sicuro: il Parlamento UE approva nuova flessibilità negli stoccaggi
Per contrastare la speculazione estiva e abbassare i prezzi del gas, il Parlamento europeo ha votato a favore (425 sì, 106 no) dell’estensione fino al 2027 del regime di stoccaggio introdotto nel 2022. Cuore della riforma: maggiore flessibilità nel riempimento delle riserve nazionali, con un target ridotto all’83% da raggiungere tra ottobre e dicembre, invece del rigido 90% entro novembre. In caso di crisi di mercato, gli Stati potranno scendere fino al 75%, mantenendo comunque la sicurezza energetica.
Forte il segnale politico contro Mosca: gli eurodeputati chiedono un embargo totale sul gas russo, definendolo “necessario e fattibile”. Il relatore Borys Budka ha sottolineato la necessità di ridurre burocrazia e prezzi, senza esporre l’Europa ai ricatti energetici di Putin.
Auto e CO₂: il Parlamento UE approva più flessibilità per i costruttori fino al 2027
Con 458 voti favorevoli, il Parlamento europeo ha dato il via libera a un intervento mirato sulle norme UE per le emissioni di CO₂ delle auto e dei furgoni nuovi. Per aiutare il settore automobilistico europeo ad affrontare transizione tecnologica e concorrenza globale, i produttori potranno ora calcolare le emissioni medie sul triennio 2025-2027, invece che anno per anno. Questo meccanismo di “media flessibile” consentirà di compensare eventuali sforamenti in un anno con prestazioni migliori negli anni successivi, senza compromettere l’obiettivo di riduzione del 15% delle emissioni rispetto ai livelli del 2021. La misura fa parte del piano industriale UE per sostenere il comparto auto e ha già ricevuto il via libera dal Consiglio.
Lupi: il Parlamento UE riduce il livello di protezione per favorire la convivenza
Con 371 voti a favore, il Parlamento europeo ha approvato la modifica dello status di protezione del lupo, che passa da “strettamente protetto” a “protetto” secondo la Direttiva Habitat, in linea con la Convenzione di Berna. Una scelta mirata a offrire maggiore flessibilità agli Stati membri nella gestione delle popolazioni di lupo, in risposta all’aumento del numero di esemplari e ai conflitti crescenti con attività umane, in particolare l’allevamento. Ogni Paese potrà ora adottare misure adattate al contesto regionale, mantenendo però l’obbligo di garantire uno stato di conservazione favorevole. La norma, già approvata dal Consiglio, entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale UE; gli Stati avranno 18 mesi per adeguarsi.
Kosovo e Serbia: il Parlamento UE chiede riforme più ambiziose per l’adesione all’Unione
Il Parlamento europeo ha approvato due relazioni che analizzano i progressi di Kosovo e Serbia nel cammino verso l’UE. Per entrambi, gli eurodeputati chiedono un’accelerazione delle riforme e la piena attuazione degli accordi di normalizzazione tra Pristina e Belgrado. Per il Kosovo, il Parlamento riconosce progressi su resilienza economica e diritti fondamentali, ma chiede riforme più incisive in giustizia, media, amministrazione pubblica e lotta alla disinformazione, soprattutto da attori esterni come Russia e Cina. Per la Serbia, il quadro è più critico: pesano l’insufficienza delle riforme anticorruzione, la scarsa tutela della libertà di stampa e le interferenze politiche nelle istituzioni. I deputati chiedono indagini trasparenti sul crollo della pensilina a Novi Sad e sulle presunte repressioni contro manifestanti e docenti universitari.
Il messaggio è chiaro: l’integrazione europea si basa sul merito, e non ci saranno scorciatoie.