Eu Flash News

Mercosur e UE: accordo firmato ma serve l’ok di Parlamento e Stati membri

il 3 settembre, la Commissione Europea ha proposto l’accordo con il MERCOSUR per la firma del Consiglio. L’accordo ha visto la firma ufficiale il 6 dicembre 2025, dopo oltre 20 anni di negoziato. L’intesa prevede meno dazi sudamericani su auto, macchinari e prodotti industriali UE, maggiore accesso al mercato europeo per i prodotti agricoli del Mercosur e, secondo le stime della Commissione, fino a 4 miliardi di euro l’anno di risparmi per le imprese europee. Adesso, per accelerare i tempi di adozione, l’intesa è stata divisa in due parti: (i) una politica (EU-Mercosur Partnership Agreement e EU-Mexico Modernised Global Agreement) che richiede l’unanimità dei 27 Stati membri e (ii) una commerciale (due Interim Trade Agreements provvisori, uno per Mercosur e uno per Messico, in vigore fino all’entrata in vigore della parte politica), approvabile a maggioranza qualificata. L’accordo deve però essere ratificato dagli Stati membri e approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Tuttavia, restano da affrontare forti resistenze, guidate da Francia, Italia e Polonia a difesa dell’agricoltura, con scarso entusiasmo anche tra gli eurodeputati. Per superare gli ostacoli, la Commissione sta valutando misure di salvaguardia interne da decidere tra gli Stati membri.

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Via libera al Bilancio UE 2028-2034

La Commissione europea, il 3 settembre, ha presentato la sua proposta per il prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione, che si estende dal 2028 al 2034. Con un valore di quasi 2 trilioni di euro, il piano è stato finalizzato con un secondo pacchetto di sette proposte settoriali, che toccano ambiti cruciali come il mercato unico, la sicurezza nucleare, la giustizia e le relazioni con i Paesi d’oltremare. Il nuovo bilancio è stato concepito per rispondere alle priorità strategiche dell’UE, focalizzandosi su competitività, sicurezza e resilienza. Per esempio, il programma per il Mercato Unico e le Dogane vedrà il suo finanziamento raddoppiare a 6,2 miliardi di euro, integrando diverse iniziative per rafforzare la sicurezza economica dell’Unione. Anche il settore della ricerca nucleare riceverà un impulso significativo, con il programma Euratom che si assicura 9,8 miliardi di euro, di cui una parte sostanziosa sarà destinata al progetto ITER per l’energia da fusione. La proposta punta a rendere il bilancio dell’UE più flessibile, semplice e focalizzato sulle esigenze dei cittadini e delle imprese. Le prossime tappe prevedono la discussione del piano da parte degli Stati membri nel Consiglio e l’approvazione del Parlamento europeo.

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L’UE punta su eolico e stoccaggio con i primi contratti per l’energia accessibile

L’UE fa un passo avanti nel suo piano d’azione per l’energia accessibile, annunciando i primi due contratti “tripartiti”. Presentati dal Commissario per l’Energia Dan Jørgensen, questi accordi innovativi mirano a unire il settore pubblico, i produttori di energia e le industrie per garantire prezzi stabili e sostenere gli investimenti. I primi settori a beneficiare di questa iniziativa saranno l’eolico offshore e lo stoccaggio di energia. La Commissione intende sfruttare il potenziale di 88 GW di eolico offshore entro il 2030, una cifra paragonabile all’attuale capacità energetica installata in Germania, Polonia e Grecia messe insieme. Parallelamente, un contratto mirato allo stoccaggio aiuterà a raggiungere i circa 200 GW di capacità necessari entro il 2030, ottimizzando la rete e mitigando i picchi di prezzo. L’iniziativa, parte dell’Affordable Energy Action Plan di febbraio 2025, è vista come una soluzione per affrontare le sfide economiche globali, garantendo la competitività dell’industria europea e supportando al contempo la transizione verso un’energia pulita e sostenibile. Altri settori, come il biogas e l’energia nucleare, potrebbero seguire in futuro.

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La Commissione Europea cerca pareri sul programma EU4Health

La Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza alimentare della Commissione Europea ha lanciato una consultazione mirata per raccogliere il feedback di cittadini e organizzazioni sul futuro del programma EU4Health. Fino al 30 settembre 2025, tutte le parti interessate, incluse autorità nazionali, regionali e locali, nonché associazioni di pazienti, professionisti sanitari e ricercatori, sono invitate a condividere le proprie opinioni sulle priorità e sugli orientamenti futuri del programma. I contributi raccolti saranno fondamentali per la preparazione del Programma di lavoro annuale 2026 e per definire la direzione strategica dell’Unione Europea in materia di sanità pubblica. L’iniziativa sottolinea l’impegno della Commissione a garantire che la politica sanitaria dell’UE sia plasmata dalle esigenze e dalle intuizioni di coloro che sono più direttamente coinvolti. Tutti i risultati della consultazione saranno pubblicati in un rapporto riassuntivo.

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I cittadini UE sostengono l’enlargement

Una nuova indagine Eurobarometro rivela che il 56% dei cittadini dell’UE è favorevole a un’ulteriore espansione, un dato in crescita soprattutto tra i giovani (15-39 anni). La maggioranza dei partecipanti al sondaggio ritiene che i potenziali paesi candidati dovrebbero aderire una volta soddisfatti i requisiti necessari. I principali benefici percepiti dall’allargamento includono un’influenza globale più forte, un mercato più ampio, maggiori opportunità di lavoro e una maggiore solidarietà e sicurezza. Tuttavia, permangono preoccupazioni legate a corruzione, criminalità e costi finanziari. I cittadini sottolineano l’importanza che i candidati rispettino lo stato di diritto e i diritti fondamentali. Parallelamente, sondaggi condotti nei paesi candidati mostrano un forte sostegno all’adesione, con l’Albania che guida con il 91% di favorevoli. Altri paesi con un elevato sostegno sono l’Ucraina (68%) e la Georgia (74%). La Turchia registra un 49,9% di favorevoli. La Serbia, con il 33% di sostegno, rappresenta un’eccezione nella regione dei Balcani Occidentali.

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L’UE lancia una consultazione per semplificare il meccanismo sul carbonio CBAM

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul Meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM), uno strumento chiave del Green Deal europeo per prevenire la “rilocalizzazione delle emissioni di carbonio”. Il CBAM assicura che le merci importate, come cemento, ferro, acciaio, alluminio e idrogeno, affrontino gli stessi costi del carbonio della produzione interna all’UE, evitando che le aziende trasferiscano la produzione in paesi con standard ambientali meno rigorosi. La consultazione, aperta fino al 25 settembre 2025, invita tutte le parti interessate a fornire feedback sulle metodologie di calcolo delle emissioni, sull’adeguamento dei certificati CBAM e sul prezzo del carbonio pagato nei paesi terzi. L’iniziativa mira a semplificare il regolamento CBAM, offrendo maggiore chiarezza e certezza giuridica alle imprese e supportando gli Stati membri nella sua implementazione.

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