Energia nucleare: 241 miliardi per alimentare il futuro verde dell’Europa
La Commissione Europea ha lanciato un chiaro segnale sul futuro dell’energia: per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e competitività industriale entro il 2050, l’Unione dovrà investire circa 241 miliardi di euro nel settore nucleare. Un traguardo ambizioso che include il prolungamento della vita dei reattori attuali e la costruzione di nuove centrali su larga scala, ma anche lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia come i reattori modulari (SMRs e AMRs), i microreattori e persino la fusione nucleare. Secondo l’ottavo Programma Illustrativo Nucleare (PINC), il nucleare sarà un alleato fondamentale delle rinnovabili, contribuendo a far sì che oltre il 90% dell’elettricità europea nel 2040 provenga da fonti a basse emissioni. Si prevede infatti che la capacità installata salga da 98 GWe nel 2025 a circa 109 GWe entro il 2050. Ma non basta costruire. Sarà essenziale mantenere l’eccellenza industriale dell’UE, investire nella formazione delle competenze, sostenere le start-up del settore e rafforzare la cooperazione tra autorità nazionali e partner internazionali. La sicurezza, la gestione dei rifiuti radioattivi e il decommissioning efficiente resteranno al centro delle politiche comunitarie. Il PINC sarà finalizzato dopo il parere del Comitato Economico e Sociale Europeo e discusso dagli Stati membri il 16 giugno al Consiglio Energia di Lussemburgo.
La Commissione ci dice a che punto siamo con l’integrazione
L’11 giugno la Commissione europea ha pubblicato la tanto attesa review intermedia del Piano d’Azione sull’Integrazione e l’Inclusione 2021-2027, tracciando un bilancio aggiornato sull’integrazione dei migranti nei Paesi membri. Il documento fa luce sui successi raggiunti, sulle sfide persistenti e su ciò che resta ancora da fare in quattro ambiti chiave: istruzione, occupazione, sanità e alloggio. Emergono segnali incoraggianti, come l’aumento dei tassi di occupazione tra i migranti, ma le difficoltà non mancano. Riconoscere i titoli di studio e le competenze acquisite all’estero rimane un ostacolo per l’ingresso reale nel mercato del lavoro. Anche sul fronte scolastico, i minori migranti affrontano un rischio maggiore di abbandono precoce e risultati scolastici inferiori. L’accesso alle cure, in particolare quelle psicologiche, è ancora frenato da barriere culturali e amministrative, mentre la crisi abitativa europea complica ulteriormente il quadro. La Commissione sottolinea l’urgenza di un approccio coordinato tra i vari livelli di governo, soprattutto per sostenere in modo mirato le donne migranti e rifugiate. L’inclusione non è solo una questione sociale, ma un vero investimento sul futuro dell’Europa. Ed è proprio da questa prospettiva che nasce il sostegno a progetti transnazionali nell’ambito del fondo AMIF 2025, con un focus su iniziative guidate da migranti e rifugiati stessi. È evidente che questa revisione non è solo una fotografia dell’esistente ma una bussola per le politiche future.
Aperta la consultazione pubblica sulla mobilità militare europea
L’Unione Europea ingrana la marcia sulla mobilità militare. La Commissione Europea e l’Alto Rappresentante dell’UE hanno appena avviato una nuova fase di consultazione con gli attori chiave del settore per dare forma a un ambizioso Military Mobility Package, destinato a rivoluzionare il modo in cui truppe, mezzi e risorse militari si spostano all’interno dell’UE e oltre i suoi confini. L’obiettivo è superare colli di bottiglia infrastrutturali, ostacoli burocratici e lacune operative che frenano l’efficacia della risposta europea alle crisi. Il pacchetto, che nasce sulla scia del Joint White Paper for European Defence Readiness 2030, punta a fissare obiettivi condivisi, armonizzando le procedure nazionali e rafforzando la resilienza delle infrastrutture. Tutto questo integrando le esigenze militari con politiche fondamentali dell’UE come trasporti, energia e fiscalità. È stata anche aperta la consultazione pubblica rivolta a una platea vasta e trasversale: Stati membri, NATO, Agenzia Europea per la Difesa, industria della difesa, trasporti ed energia, gestori delle infrastrutture, società civile, centri di ricerca e think tank. Tra metà giugno e fine agosto 2025, questi attori potranno contribuire con sondaggi, position papers e incontri bilaterali a dare forma a un piano che promette di cambiare il volto della difesa europea. Questa nuova spinta arriva dopo i progressi degli ultimi anni, ma anche in risposta a ostacoli ancora irrisolti, come evidenziato dalle raccomandazioni della Corte dei Conti Europea e dall’impegno preso nel Military Mobility Pledge del maggio 2024. Con 1,7 miliardi di euro già investiti in progetti a doppio uso in 21 Stati membri, l’UE è pronta a fare un salto di qualità. La consultazione pubbliche sul Military Mobility Package resterà aperta fino al 31 luglio 2025 e i contributi possono essere inviati tramite il portale Have your Say.
Etichette digitali per auto più green
L’Unione Europea scalda i motori verso la digitalizzazione e la mobilità a zero emissioni. Il 5 giugno, la Commissione ha pubblicato un documento di valutazione sulla Direttiva sull’etichettatura delle auto (1999/94/CE), evidenziando quanto questo strumento abbia già aiutato i consumatori a scegliere veicoli più efficienti e meno inquinanti. Il futuro dell’etichettatura poi è diretto al passaggio dal cartaceo al digitale. Un sistema armonizzato e accessibile online potrebbe non solo semplificare le informazioni per gli acquirenti ma anche spingere ulteriormente verso auto elettriche e a celle a combustibile. Inoltre, nel suo Piano d’Azione Industriale per il settore automobilistico, la Commissione ha annunciato una revisione della Direttiva nel 2026, per sostenere scelte di consumo più sostenibili e accelerare la diffusione di veicoli a zero emissioni in tutta Europa. Introdotta nel 1999, la Direttiva obbliga gli Stati membri a fornire dati chiari su consumi e emissioni di CO2 dei veicoli, contribuendo a una maggiore consapevolezza tra i cittadini e a una pressione positiva sui produttori. Ora, con l’evoluzione delle tecnologie e delle abitudini di acquisto, è forse giunto il tempo di aggiornare le regole del gioco.
Energia pulita e bollette più leggere? l’UE fa sul serio
Dall’energia rinnovabile alla fine della dipendenza dai combustibili fossili russi, l’Unione Europea continua a correre verso un futuro più verde e conveniente. Dal 10 al 12 giugno, Bruxelles ha ospitato l’edizione 2025 della Settimana Europea dell’Energia Sostenibile (EUSEW), un appuntamento chiave per chi vuole capire dove sta andando l’Europa sul fronte energetico. Esperti, innovatori e leader del settore si sono incontrati per disegnare insieme una transizione energetica che sia davvero sostenibile e accessibile a tutti. Però non è solo teoria, gli sforzi della Commissione europea sembra che stiano già dando frutti. Con il piano REPowerEU, lanciato nel 2022 in risposta alla crisi energetica globale, l’UE ha ridotto drasticamente la dipendenza dal gas russo e oggi il 47% dell’elettricità europea proviene da fonti rinnovabili. Sono state rafforzate le regole sullo stoccaggio del gas e creata una piattaforma comune per negoziare gli acquisti a livello europeo. Nel 2023, l’obiettivo vincolante per le energie rinnovabili è stato alzato al 42,5% entro il 2030, puntando a raddoppiare l’attuale quota verde dell’UE. Ma non è tutto: il 2025 segna anche il debutto del Piano d’Azione per l’Energia Accessibile, che promette un risparmio di 45 miliardi di euro solo quest’anno. Completare l’unione energetica, attrarre nuovi investimenti, prepararsi a eventuali crisi future e, soprattutto, abbassare le bollette, sembrano traguardi più vicini. Infine, con il Clean Industrial Deal, l’UE sostiene la decarbonizzazione dell’industria e la competitività europea, facendo dell’energia pulita non solo una priorità ambientale, ma anche economica.
La Commissione Europea vuole rivoluzionare i fondi pensione integrativi. Aperta la consultazione pubblica
La Commissione Europea ha lanciato un’importante consultazione per capire come rendere i fondi pensione integrativi più accessibili, trasparenti ed efficaci per tutti i cittadini dell’UE. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: aiutare gli europei a costruire una sicurezza finanziaria più solida per la pensione, offrendo strumenti migliori per monitorare e comprendere i propri diritti pensionistici. Tra le proposte in discussione spiccano l’introduzione dell’iscrizione automatica per aumentare la partecipazione ai piani pensionistici e lo sviluppo di sistemi nazionali di tracciamento e dashboard personalizzate, che faciliteranno il confronto e la gestione delle pensioni. Non mancano poi interventi mirati a rafforzare la governance e la trasparenza degli enti che gestiscono i fondi pensione sul lavoro, oltre a superare gli ostacoli che frenano la diffusione del Prodotto Pensionistico Personale Paneuropeo (PEPP). La Commissione punta anche a semplificare il PEPP di base, rendendolo più facilmente accessibile anche attraverso canali digitali e possibilità di iscrizione diretta dal luogo di lavoro. Tutti gli attori coinvolti (dai fornitori di pensioni ai consumatori, passando per le autorità nazionali e la società civile) sono invitati a partecipare con le loro opinioni entro il 29 agosto 2025. Per approfondire, il 16 giugno si terrà un forum dedicato alle migliori pratiche in Europa, un’occasione per scoprire le tendenze emergenti e plasmare insieme il futuro delle pensioni integrative. Questo percorso è un passaggio fondamentale per la prossima fase dell’Unione dei risparmi e degli investimenti, con un pacchetto di misure atteso entro la fine del 2025.